Quando si ergono
nelle vicinanze, i cammelli hanno un temperamento meno docile di quello che ci
si aspetterebbe. Si agitano, scalciano, provano a disarcionarti. E trascorrono
tutta la notte ad azzuffarsi tra loro. Ma questo ancora non lo sapevo, il mio immaginario
era ancora pervaso della reminiscenza d’infanzia, quando la domenica mattina
ammiravo le imprese di Kaboobie, il docile cammello alato.
Il viaggio da
Marrakech a Merzouga è stato lungo, i sedili del minibus scomodissimi. Abbiamo
attraversato i passi dell’Atlante e dormito in altura sotto pile di coperte di
lana, abbiamo contrattato con i Berberi e con le donne della cooperativa
femminile per la produzione di cosmetici a base di argan. Abbiamo appreso che
le capre salgono sugli alberi per nutrisrsi dei frutti dell’argan e poi li
restituiscono sgusciati a Madre Terra.
Il deserto arriva
quasi inaspettatamente, all’improvviso si scorgono le prime dune
fuori dai finestrini. Fino a quando ci si ritrova nel bel mezzo, avvolti in un
turbante per proteggersi dalla sabbia sollevata dalla brezza pomeridiana.
I primi passi a
dorso di cammello sono un’esperienza esilarante. Ma non appena ci si addentra,
al di là delle dune più vicine, il campo si allontana dalla vista fino a scomparire,
e intorno resta solo il blu del cielo e l’arancione della sabbia. Che ben
presto si trasforma in rosso fuoco, quando il sole precipita all’orizzonte e le
ombre si allungano all’infinito. E allora la traversata diventa un’esperienza
spirituale. Il silenzio interrotto solo dagli zoccoli dei cammelli che sfregano
l’immenso oceano di sabbia...
...Siamo arrivati
da pochi minuti, ma la notte già ci avvolge. Dal centro dell’accampamento
giunge odore di legna e di tè alla menta. Mi allontano, verso le dune, e
inizio la scalata. La sabbia riempie i miei scarponi.
Sono seduto sulla
sommità della duna. In basso, i fuochi sparpagliati degli accampamenti. In alto,
la Via Lattea, costellazioni. Mondi lontani. E’ la prima volta in vita mia che
ho una tale visione d’insieme. Tutto sembra essere in armonia, ogni singolo
elemento di questo insieme recita la sua parte, in un perfetto sincronismo,
troppo per essere frutto del caso. Mentre i miei occhi si inondano di lacrime,
provo gioia nel sentirmi parte di questo insieme.
When standing near, camels look less docile than it
could be expected. They kick and toss. They fight all night long. That I didn’t know,
as my mind was still pervaded with a reminiscence from childhood, when I used
to watch the adventures of Kaboobie, the docile flying camel, on Sunday
mornings.
The trip from Marrakech to Merzouga was long, the seats in
the mini-van uncomfortable. We crossed the Atlas Mountains and slept in the
highlands under piles of woollen blankets, we bargained with the Berbers and the
women from the female cooperative for the production of argan cosmetics. We found out
that goats climb upon trees to eat the argan fruits and then give them back to
Mother Earth, free of their outer shell.
Desert comes into sight quite unexpectedly, when you suddenly see
sand dunes out of the windows. And then, all at once you’re right in the middle of
it, folded in a turban that protects you from the sand carried by the
afternoon breeze.
The first steps riding a camel are an exhilarating
experience. But as you ride past the nearest dunes, the camp gets far from view
until it disappears, and all is left is the blue of the sky and the orange of sand.
Which soon turns blood red, when the Sun collapses to the horizon, and
shadows grow infinitely slender. And then the ride becomes a spiritual experience. Silence
being interrupted just by the camels’ hooves rubbing this endless ocean of
sand...
...We've been at the camp for only a few minutes, and yet the night's all around us. Smell of wood and green tea coming
from the campfire. I walk away, towards the big dune, and start climbing. My boots
filled with sand.
I’m
sitting on the summit of the dune. Scattered fires form the camps below. The
Milky Way, constellations, above. Distant worlds. This is the first time in my life I’ve
got such a comprehensive view. All is harmony, every single element playing its part, in perfect
synchronicity, too much for it to be the fruit of chance. As my eyes get flooded with tears, I feel joy in perceiving myself as part of the whole.
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